Friedrich Pacher, Cristo nel Limbo, Budapest, Museum of Fine Arts |
Michael Pacher, Sant'Agostino Davanti al Demonio, Monaco di Baviera, Alte Pinakothek |
Spesso
studiando il noto artista brunicense ci si sarà imbattuti nella figura Friedrich.
Artista proveniente dalla bassa Pusteria particolarmente dotato nella tecnica a fresco. Su di lui sono state suggerite
varie teorie circa possibili parentele con Michael. La cosa sorprendente è che
tali supposizioni con il tempo si sono cimentate nella coscienza comune tanto
che oggi si tende a dare questa notizia come certa. La verità documentale però rende
nulla tale ipotesi. Se per Friedrich esistono, in effetti, documenti attestanti
la sua nascita, presso il ricco archivio del Convento di Novacella, per Michael
non potendo affermare la stessa cosa siamo costretti a far declinare la
supposta parentela.
I
due entrarono in contatto certamente nella prima metà degli anni settanta del
Quattrocento, per realizzare il tabernacolo di Monguelfo, oggi fortemente
restaurato. Friedrich che evidentemente si era formato nella bottega di Leonardo
da Bressanone (Leonard von Brixen), fu chiamato ad eseguire questo lavoro
perché particolarmente dotato nella tecnica dell'affresco. Egli fu in sostanza
un collaboratore indipendente e per quanto sbalorditivo possa sembrare, assunse
maggiori commissioni rispetto a Michael, proprio per la
sua affiliazione alla confraternita laica del convento agostiniano di Novacella.
La
collaborazione di maggior prestigio si ebbe nella regione austriaca della Stiria
con l'altare di San Volfango, concluso nel 1481. Il rapporto fu bruscamente
interrotto alla fine dell'opera per la poca responsabilità pittorica che
Friedrich mise nella realizzazione delle tavole esterne raffiguranti la vita
del Santo, giudicate evidentemente insufficienti da Michael.
Tecnicamente
i due furono sempre agli antipodi. La rinascenza italica mediata dalla
soggettività di Michael si contrappose al manierismo tardogotico di Friedrich.
Sergio Pesce
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